niño

giovedì, febbraio 01, 2007

Di un lato e di cosa c'è nel mezzo

Mi persi. Nell’infinita sostanza del suo essere viva. Affondato nelle trasformazioni del suo corpo, del suo essere unica. Non si può scrivere pensando a due panorami. O treno o nave. O deserto o metropoli. Non si pensa mai da soli. Non ci si pensa mai da soli. Il ritmo è quello che ti dai quando ti alzi alla mattina e sospiri pensando ai sassi da guadare, alle microtacche della giornata che ti aspetta. Lo zaino è pronto, il viaggio è iniziato ma non credere che sarà facile. Rischierai più volte di rimanere a piedi. Di perdere il treno e passare la notte fuori. Rischierai più volte di innamorarti, del paesaggio / di un pozzo al tramonto / di una curva presa leggermente sovralimentato nell’eccitazione di scoprire
quanto manca. Alla meta. A te stesso.
Rifletti senza dare troppo peso a quello che non sai. Non conosci se pioverà o ci sarà sempre il sole. Ignori completamente chi e fino a dove ti accompagnerà. Ti riscopri debole e sprovvisto di risposte.


Alzi la bandiera dei Cercatori di Anime. Vesti la tunica dei Viandanti d’Amore. Calzi i sandali dell’Avvenura Irrisolta. E parti. Tremendamente tu.

[Auto, interno/giorno

sound check: Sondre Lerche, Say it all]