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lunedì, novembre 26, 2007

Radio et labora

I programmi di Radio Maria

Ringrazio Dacia Maraini per avere strappato il velo di ipocrisia che avvolge la programmazione e — perché no — l'esistenza stessa di Radio Maria ( Corriere, 20 novembre). Una voce talmente insistente da utilizzare come strumento di coercizione una delle armi più letali della storia contemporanea: l'aria. Quella stessa aria in cui la scrittrice si destreggia a meraviglia, attraverso palpiti uditivi e parole a muso duro, descrivendo eventi paranormali fatti di frequenze invadenti e incursioni dogmatiche a tradimento.
Un'aria così bistrattata che è difficile ritrovare non dico il lume della ragione ma almeno un briciolo di umiltà. Un'aria cosparsa di incenso e inni sacri, tracce musicali nascoste nelle pieghe della giornata.
Un'aria pesante e incerta, dunque. Un'aria in cui si fa strada una censura preventiva e ignorante. Un'aria che porta con sé l'eco di un'altra parola, piccola e insignificante come è tutto ciò che è nel mondo ma non del mondo. Un'aria fritta.
Giovanni Cattaneo, Milano

Ho 31 anni, sono cattolica e praticante, non mi considero bigotta. Non credo di essere affetta da quella «paralisi mentale» che, secondo Dacia Maraini, rischiano coloro che ascoltano Radio Maria. Io lo faccio tutti giorni, spesso al mattino, prima di andare al lavoro. Replico al suo articolo, anche a nome di tutti noi ascoltatori che volentieri e senza costrizioni ci sottoponiamo a quella che lei definisce «prepotenza». Non credo che la signora Maraini sia così disturbata da Radio Maria. Anzi, sono certa che non l'ascolta mai. Se davvero si sintonizzasse sulle sue frequenze, non scriverebbe che che i rosari sono «reiterati con tono metallico, sempre uguale, quindi evidentemente registrati per ore e ore».
Semplicemente per il fatto che i rosari non solo non sono ripetuti per ore e ore, ma soprattutto sono recitati sempre da persone diverse, uomini, donne, bambini... quindi da voci umane, non metalliche. E saprebbe che la programmazione è varia, articolata, differenziata per ascoltatori diversi in età, professione, stato. Davvero la Maraini trova arrogante che in Italia una radio libera trasmetta delle preghiere? Se è così, anche rispetto alla società multireligiosa e multiculturale in cui viviamo, forse bisognerebbe rivedere il concetto di arroganza.
Siamo uomini liberi e viviamo fortunatamente in un Paese democratico. Il buon Dio ci ha dato la facoltà di scegliere, a tutti, non esclusa nemmeno la signora Maraini, che può liberamente decidere di non ascoltare Radio Maria, semplicemente digitando un tasto.
Erminia Frigerio, erminiafrigerio@yahoo.it

Gli zelanti difensori di Radio Maria mi accusano di non ascoltare la loro radio preferita. Ma io dico: perché non leggete bene ciò che scrivo e v'impennate senza motivo? Io non ho detto che Radio Maria vada soppressa o che chi voglia, non debba ascoltarla, siamo in un Paese libero, e ciascuno ascolti ciò che vuole, sulla radio che vuole.
Quello che trovo intollerabile è l'invadenza della voce di Radio Maria che si insinua, irrompe, copre le altre voci con una prepotenza che non ha l'uguale. La libertà di ascolto esiste oppure è lecito che sia continuamente inficiata dall'interferenza di una radio che invade gli spazi aerei delle altre radio?
Dacia Maraini

[dal Corriere di oggi, pag. 31]