niño

domenica, giugno 19, 2005

E le curve fanno oh

cuore, solo cuore... un popolo si è andato a prendere quello che gli spettava... (sms, 23.10, 18/06/05).

La vittoria del Parma e le gomme bucate di Indianapolis, l'Irpinia in B e un ciclista rimasto sull'asfalto spagnolo. Volti, storie e drammi di un mondo che vorrebbe trovare nello sport un momento di evasione, scintille di identità tribale - sana/istintiva/verace - e non corse assonnate, decisioni prese alle spalle dei tifosi.
Lo sport che sorride si trova sommerso da fluidi auto-espansi fatti di soldi, potere, ricerca del limite a tutti i costi.
Il confine tra igiene social-sportiva e il triste spettacolo di certi stadi e di certi autodromi è diventato in poche ore ancora più labile.
Sarebbe bello poter attendere Valentino, la festa per la salvezza, gli sfottò e le danze di una sana vittoria. Invece ci tocca guardare con sospetto alle sorti di molte discipline, interrogandoci sul confine tra l'ingenua sete di vittoria dei bambini e l'asfissiante vacuità dei genitori-manager. Ci aspettano settimane di calma piatta: quella che comincia tra pochi giorni sarà un'estate senza mondiali/europei/olimpiadi. Ci saranno le gare di beach-volley al calar del sole, il flipper lungomare, la corsa in bici sù per il torrente, la sfida in parete. Poi ci siederemo e avremo nelle orecchie solo le nostre risate e negli occhi i volti di amici e avversari. Qualcuno fischierà, trevoltetre, ma solo per ricordarci che la pasta è pronta. In tavola, a bordo campo. Faremo una corsa per accaparrarci il primo bicchiere di cocacola. Sarà bello. Sarà uno scatto solo. E la curva farà oh.