niño

venerdì, novembre 11, 2005

Fenomeno

Quanto pesa? – chiese Libero Parri, pensando ai quarantadue chili di suo figlio.
- Niente, se ce l’hai sotto il culo e non smetti di dare gas.


Cos’, qualche giorno dopo accadde a Florence di alzare lo sguardo sulla campagna, senza nulla aspettarsi se non la tranquillizzante immobilità di sempre, e di ricevere invece la sorprendente apparizione di un animale dal cuore meccanico che violava le più banali regole della fisica piegandosi su un fianco, in una posizione impossibile, a disegnare la stretta curva che conduceva al fiume. L’animale portava appeso sulla schiena il corpo lieve di un ragazzino, posato su di lui come uno straccio bagnato, ad asciugarsi al sole. […]

Ultimo fermò la motocicletta proprio davanti a sua madre. Non capiva cosa poteva esserle successo. Spense il motore e si tirò su gli occhiali. Non sapeva bene cosa dire. Poi disse:
- Non ce la faccio da solo a metterla sul cavalletto.
Florence alzò lo sguardo su di lui. Si passò una mano sugli occhi. Sentì il buio sparire.
- Ti aiuto io -, disse.
Stava sorridendo.
Dov’eri cuore mio, leggero e bambino, dov’eri finito?
- Ti aiuto io, fenomeno.

(Questa Storia, AB, pag. 60/61)

Oggi, qui.