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martedì, settembre 26, 2006

Mastro risotto

Nel Medioevo, al tempo della costruzione del duomo di Milano, l’oro in polvere era ritenuto medicamentoso, un rimedio sicuro contro il mal di stomaco e altri dolori. I ricchi quindi facevano comparire sulle loro tavole un risotto davvero d’oro, cioè cosparso di oro in polvere. Si dice che un mastro vetraio che lavorava nel cantiere avesse una figlia da sposare e intendesse farlo con il massimo sfarzo. I suoi guadagni, tuttavia, non erano all’altezza delle sue ambizioni. Temeva quindi di non poter servire al pranzo l’opulente risotto che avrebbe suscitato ammirazione e rispetto. Allora, il promesso sposo e futuro genero, essendo un aiutante del maestro vetraio, ebbe la luminosa idea di fare un risotto giallo, non necessariamente d’oro: dal momento che usava lo zafferano per l’impasto dei colori destinato alle vetrate del Duomo, fece una prova col riso. Lo zafferano diede al risotto un colore giallo che sembrava proprio provenisse dall’oro: la trovata ebbe un tal successo al pranzo nuziale da durare ancora oggi. (da Il Giornale, oggi)