Ottavina lunga
Perduto nel silenzio del tempo
devasto lo spigolo dei sensi
la porta è quella
ma non so dove conduce
la stanza, a chi pensa
- insistente premura -
l’amato
quando è solo?
Dalla finestra delle parole
si vedono movimenti ondilinei:
mi affaccio per raccontare una storia
la sua,
che ancora non è.
Mi convinco che il passo non farà male
e sfrutto l’attesa per offrire gesti,
che soggiacciono invitanti.
La notte riflette
il mio sospiro e qualcosa di più,
ma l’attenzione è femmina
-------------------non dimentica non gretta
e tutto modifica
nel sollievo dell’abbraccio.
[musica aquì]
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