Allo specchio
Per non perdere di vista come vanno le cose, qua.
È stata per l'Inter una sconfitta molto grave che pregiudica la Coppa Italia e lascia una traccia aspra su tutta la stagione.
Spintoni e salti, arrembanti nella luce del mattino. C'e' la gita di
La storia delle epoche umane, appena giu' dal letto, limita ta mente ai
minuti del mattino. Quando c'e' il sole a est, ma anche la luna. Ecco, quel
momento li'. Che passa ogni giorno, che interroga ogni volta.
Il problema principale non è quello. Almeno qui in Italia. Non è se Sarkozy saprà fare quel che ha promesso sulle 35 ore, sulla riforma delle pensioni, sulla funzione pubblica, sugli ospedali, la scuola, il lavoro o la Turchia. O se saprà dare la sferzata culturale che a tanti piace e a tanti no. Il problema non è nemmeno se Sarkozy sarà coerente o meno sul riavvicinamento alla politica atlantica, sull’Europa, o sulla liberalizzazione all’anglosassone del mercato. Magari il problema fosse quello. Lo sarà per la Francia. Ma per noi la faccenda è un po’ più grave. E cioè. Dato che per nessuno dev’essere piacevole cadere dalla padella nella brace. Dato che la meravigliosa Ségolène ha perso e quella bestia di Sarkozy ha davvero vinto. Dato che prima o poi si terranno delle elezioni anche in Italia. E dato che non si è mai tenuta un’elezione nell’ultimo decennio senza che Umberto Eco minacciasse: “Se vince Berlusconi emigro in Francia”, adesso dove cazzo andrà?