niño

mercoledì, agosto 09, 2006

Truppe in movimento

Il racconto di come si vive lì, girando le pagine dei fogli elettronici: in Galilea, qui, e in Libano, qua.

Molte altre cose, si potrebbero aggiungere, si dovrebbero conoscere. Ma noi siamo venuti via. E loro sono rimasti là. E questo fa la differenza, per ora, tra ciò che si può raccontare e ciò che si vorrebbe vivere.
Si tace, in attesa del silenzio. Degli aerei, delle sirene, delle case che vengono giù.
Chissà... davvero. Chissà...

martedì, agosto 08, 2006

Un mese a colori

Il verde. Quel verde.
La carta, il fiore, la striscia di terra verso la meta.
E la stanza. Quella stanza.

Il bianco. Vestito,
appena mosso, sinuoso e alto
davanti a me. L’emozione più grande:
otto rose, che mi hanno cambiato la vita.
Le prime lacrime, e le ultime,
di un giorno unico.

L’azzurro. Del cielo,
quella mattina aprendo la finestra.
Un sospiro e via, verso di te.

Il nero. Lucido,
del completo buono,
quello atteso, curiosato,
scelto. Dell’auto e del suo motore.

Il giallo, della luce
che tutto copre, tutto crea, tutto ama.
Dell’anello e di chi lo porta.

Il grigio, alla base di tanti piatti,
un pavimento curvo e sobrio,
lento e gustoso.
La prima pioggia lo copre,
la seconda lo innonda.
Ma tant’è: festa pura,
gente in piedi, il bello
dello stare insieme.

L’arancio, di tanti fiocchi,
pacchi, buste e sedie. Un’amicizia sorridente e grata.
Quello delle scritte. Quelle scritte.
Della giacca e di chi la indossava. Quella giacca.

Il marrone, dei primi passi
nella nuova casa. Silenzio… i vicini.
Sonno… immenso.
No-no… c’è ancora un messaggio da leggere,
una persona da ricordare, una risata da condividere.
Marrone letto. Quel letto.

Molti colori, altri ancora
fissi nel cuore. Un filo cuce
genitori, fratelli, suoceri, testimoni, amici,
cravatte sospese su calici alzati.
Un sorriso che mai più.
Un abbraccio. Quell’abbraccio.
Ed era solo l’inizio. Che in un mese
se ne son già viste di tutti i colori:
limpidi, pastellati, sfondi su cui appiccicare
i primi istanti di una nuova vita.
Pasticcioni, impacciati, accesi, riposti con cura
nella scatola dei ricordi. Delle prime esperienze,
delle sfumature reciproche,
delle parole speranza-cromate.
Molti saranno quelli da evidenziare,
quelli da scoprire,

quelli che si vorrebbero nascondere.
Uno - su tutti – appoggio sul tavolo di questo primo
mese insieme.

Rosso. Bellissimo.

Di un bacio. Quel bacio.

lunedì, agosto 07, 2006

Ora di cena

Ho mangiato la felicità
poi sono andato a capo,
sulla tovaglia
dove avanzava golosa
la sera.
Sprazzi rotondi
di pace
acqua spalmata sul tempo
voglia di familiarità.

Una brocca nascosta
da lunghi coralli,
strumenti preziosi,
sbagliati ma veri.
Torta-biscotto-zucchero
celebrano la festa
il giallo accende la luna,
aspetto il gelato
nell’aria leggera

all’ora di cena
chi si alza
ti parla, ti ascolta.

Ho sperato non finisse
ho lasciato che arrivasse
il tempo del saluto,
senza fretta. Poteva anche
essere dopo_
poteva essere prima_ non volevo
saperlo. Andava bene così.
Quello che conta:
sarà sempre
lì.
Mi sono sentito bene
a casa mia,
appena arrivato,
non ero solo.
Lei. Infinita.
Loro. Amici.

Io. Libero.