niño

venerdì, settembre 29, 2006

Il mondo è un cuscino a righe

Prendo spunto da questa cosa qui, per tracciare una curva. Il pendolo, nel senso dell’orologio, appartiene al mio background casalingo. Generatore di ansie altrui si è riciclato negli anni passando da oggetto di curiosità a strumento di disattenzione, da ritmo di compagnia a profumo del silenzio. Il dondolo è entrato tardi nella mia concezione di seduta e si è subito rivelato foriero di movimenti decisivi. Il dondolo è stato il compagno di molti tramonti estivi, campo base per la raccolta delle nocciole in giardino, segno premonitore della bella stagione. Una volta smontato e riposto in soffitta dava il segnale: “Ragazzi, basta scherzare. Preparate gli sci e iniziate a pulire le statuine del presepe. L’inverno è qui”. Adesso che non ho più il pendolo e il dondolo sarebbe un tantino ingombrante sul nuovo terrazzo, aspetto che qualcuno riempia il silenzio e mi avvisi che una nuova stagione è già iniziata. E non si ferma più.

Piano inclinato

Adesso mi spiegate che traettoria seguono queste bocce qua...

Una giornata che non dimenticherò

Una donna in croce, il giovane marito al suo fianco. Un richiamo – decisivo – all’essenziale, a ciò che conta, alla pace della gloria che si manifesta.

mercoledì, settembre 27, 2006

Se non ci fosse.../ 2

Alla fine tutto si riconduce alla normalità, qui. Siamo seduti sulla riva del fiume. E aspettiamo...

Sono tra noi

Non vorrei che si perdesse di vista il fenomeno dell'anno:

"I see them every where i go brighton, london, new york, and now LA but not brooklyn"

Il tutto, fotoimmaginato, qui.

Il senso dei sogni per le cose

Segnalo, via Emmebi *, un mondo nuovo che si apre qui.

Tu digiti le parole che vuoi, con i soggetti principali dei tuoi sogni, e si elabora un'immagine. O meglio più immagini, in un cammino onirico e sardonico che vale la pena provare.

Botta di tecnologia

Tornando a parlare di cellulari oggi si deve per forza passare di qua.
Quello che mi chiedo è: cosa serve - veramente - per arrivare al cellulare dei sogni?

martedì, settembre 26, 2006

Esperimentos

Non ho avuto tempo di approfondire l’argomento, ma sembra che se si mette una Mentos in una bottiglia di Coca light succede il finimondo.
Su Internet diverse testimonianze, tipo qui.

Mastro risotto

Nel Medioevo, al tempo della costruzione del duomo di Milano, l’oro in polvere era ritenuto medicamentoso, un rimedio sicuro contro il mal di stomaco e altri dolori. I ricchi quindi facevano comparire sulle loro tavole un risotto davvero d’oro, cioè cosparso di oro in polvere. Si dice che un mastro vetraio che lavorava nel cantiere avesse una figlia da sposare e intendesse farlo con il massimo sfarzo. I suoi guadagni, tuttavia, non erano all’altezza delle sue ambizioni. Temeva quindi di non poter servire al pranzo l’opulente risotto che avrebbe suscitato ammirazione e rispetto. Allora, il promesso sposo e futuro genero, essendo un aiutante del maestro vetraio, ebbe la luminosa idea di fare un risotto giallo, non necessariamente d’oro: dal momento che usava lo zafferano per l’impasto dei colori destinato alle vetrate del Duomo, fece una prova col riso. Lo zafferano diede al risotto un colore giallo che sembrava proprio provenisse dall’oro: la trovata ebbe un tal successo al pranzo nuziale da durare ancora oggi. (da Il Giornale, oggi)

lunedì, settembre 25, 2006

Fattore T

Di notte, adesso, lo tengo acceso.
Lo squillo, come prima, non lo sopporto. Mi resta sempre il dubbio che fosse una telefonata persa.
Il costo - degli sms - continua a sembrarmi eccessivo. Se ne parla, fenomenologicamente, qui.
Mi fa piacere che gli studi di Barbara Scifo siano approdati alla dignità di postblog. L'ho incontrata due o tre anni fa in università. E ancora la ricordo come persona informata dei fatti.

My sax is on

La giornata prosegue ascoltando questo signore qua.
Nel frattempo mi ricordo di un certo periodo che mi sarebbe piaciuto imparare a suonare. Il sax. Credo che tutti si sia avuta una parentesi musicomane. Alcuni ne hanno tratto grande profitto, altri son rimasti fermi al palo. Insomma, quale strumento ha attraversato i vostri sogni tardoadolescenziali?

ps: e non mi si dica che si sa suonare il basso. Che io c'ero.

Voglia di normalità

La mattina, quando scopri che quello che hai davanti è superiore alle tue forze. A pranzo, quando quello che vedi non è quello che ti saresti aspettato. Nel pomeriggio, quando ti sorprendi a pensare che tu – tutta quella sofferenza – non vorresti incontrarla mai. La sera, quando ti rintani nel caldo del tuo letto e la fatica mette a dura prova la speranza. Su tutto si innesta una straordinaria voglia di normalità.