A chi suona la carica
In piedi, signori. Oggi si parte così, qui.
Mi persi. Nell’infinita sostanza del suo essere viva. Affondato nelle trasformazioni del suo corpo, del suo essere unica. Non si può scrivere pensando a due panorami. O treno o nave. O deserto o metropoli. Non si pensa mai da soli. Non ci si pensa mai da soli. Il ritmo è quello che ti dai quando ti alzi alla mattina e sospiri pensando ai sassi da guadare, alle microtacche della giornata che ti aspetta. Lo zaino è pronto, il viaggio è iniziato ma non credere che sarà facile. Rischierai più volte di rimanere a piedi. Di perdere il treno e passare la notte fuori. Rischierai più volte di innamorarti, del paesaggio / di un pozzo al tramonto / di una curva presa leggermente sovralimentato nell’eccitazione di scoprire
Riprendo il lazo lanciato dalla Breva per condividere i blog à penser sull'anima dei post, qui.
Torno sull'argomento, dopo molto tempo, grazie a questo articolo qui.
Le parole, scivolano qui